TESI - cap. 2.07 Attività anticancro dei componenti dell’Aloe

Per anni l’efficacia dell’aloe contro il cancro è stata verificata solo su basi empiriche: chi aveva il cancro e si sottoponeva ad una cura a base di aloe, spesso guariva. Ovviamente c’era anche qualcuno che non guariva e non si sapeva il perché, come pure non si sapeva perché guarivano quelli che guarivano, il che costituisce l’altra faccia del medesimo problema.
Oggi si sta cominciando a capire qualcosa dei meccanismi di funzionamento dell’aloe, anche se siamo ancora ben distanti dall’avere compreso tutto, anche perché il problema di fondo è che nessuno, a tutt’oggi, può ancora dire con sicurezza a cosa sia dovuto veramente il manifestarsi del cancro e quali siano veramente le leggi che lo governano. Cornelis Moermann, Jean Claude Alix, Rudolf Breuss, Max Gerson, Manfred von Ardenne, P.G. Seeger, Heinrich Kremer, Waltraut Fryda, Royal Raymond Rife, Gaston Naessens e naturalmente anche Ryke Geerd Hamer e molti altri hanno cominciato ad andare più a fondo nel problema, ma purtroppo i loro studi non sono ancora stati riconosciuti dalla medicina ufficiale.
Del resto, ancora non sappiamo con precisione nemmeno chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo andando. Il dibattito è tuttora aperto! Qualcuno sostiene perfino che la specie umana sia il frutto di un esperimento di manipolazione genetica operato sulle scimmie da parte di una razza aliena molto progredita: analisi genetiche dei nostri cromosomi (che sono 46) e di quelli dello scimpanzè (che ne ha ben 48, quindi 2 più di noi) confermerebbero questa inquietante ipotesi (19 bis).

Al di là della fantascienza, l’unico fatto certo, confortato da un’esperienza millenaria, è che l’aloe è efficace contro il cancro e contro molte altre malattie, e come usava dire il grande professore russo Vladimir Petrovikc Filatov (1875-1956), grande estimatore dell’aloe: “E’ colui che guarisce che ha ragione”.

Per ora i ricercatori sono partiti dall’esame dei vari elementi chimici contenuti nell’aloe, allo scopo di identificare fra di essi i principi attivi. Il limite di questa ricerca è che ovviamente non si devono trascurare gli importanti effetti sinergetici fra i vari componenti (“Il tutto è maggiore delle somma delle parti”) che spesso sono responsabili in larga misura del risultato finale. Un componente chimico preso singolarmente può sembrare inefficace, mentre in abbinamento ad altri, nella pianta “in toto”, può risultare molto attivo (come già i Midewivan del Popolo Ojibwa avevano compreso – vedi capitolo dedicato all’Essiac). Ovviamente a maggior ragione un componente già attivo preso singolarmente “in vitro” mostrerà una più alta efficacia nella pianta “in vivo”. Questo è il motivo per quale gli estratti naturali integrali e l’uso delle piante medicinali, così come si trovano in natura, si rivelano di gran lunga più efficaci dei farmaci chimici che tentano di replicare industrialmente i componenti attivi delle piante.
L’aloe contiene un centinaio dei principi attivi ad oggi riconosciuti, fra cui alcuni molto utili ma spesso carenti nel nostro corpo: Zinco, Manganese, Germanio, Cromo, Magnesio, Boro, Selenio…, con risvolti importanti su diverse nostre patologie, come su gran parte delle patologie degenerative, del ricambio e dovute a cause derivanti da carenze.
L’Aloe “tende così a rinormalizzare i parametri biochimici e funzionali dell’organismo in un tempo-finestra variabile da 2 a 6 mesi:
1)Regolarizzazione della pressione parziale di anidride carbonica nel sangue.
2) Regolarizzazione dei valori del Glucosio ematico, soprattutto in pazienti diabetici
3) Diminuzione dei Trigliceridi.
4) Regolarizzazione del Colesterolo totale con aumento del rapporto HDL/LDL.
5) Normalizzazione della Bilirubina.
6) Normalizzazione dell’acido urico.
7) Regolarizzazione Na / K, Ca / Mg.
8) Aumento dell’Emoglobina.
9) Protezione gastro-enterica, epatica, pancreatica e renale.
10) Attivazione delle difese immunitarie per infezioni acute.
11) Riequilibrio linfocitario in malattie infettive croniche (epatite C, HIV / AIDS).
12) Protezione anti-ossidativa del DNA dagli effetti delle radiazioni ionizzanti. “
(Dr Giuseppe Nacci-Monografia sull’Aloe Arborescens-vedi bibliografia)
Aggiungiamo la tradizionale cura delle ferite, delle ustioni, delle malattie della pelle, degli occhi, delle parassitosi, della cataratta….Una vera panacea! E certamente l’elenco è approssimativo per difetto, perchè alcune azioni positive dell’aloe non sono ancora conosciute o non sono state qui menzionate dal dott. Nacci, come ad esempio la stimolazione dell’importantissima risposta immunitaria umorale, il più primitivo, antico ed efficace modo di intervenire del sistema immunitario, comune agli umani, agli animali, al mondo vegetale e perfino alle forme di vita inferiori (come le spugne), che si basa sull’uso del monossido di azoto (NO – nitric oxid) come arma letale ed è attiva non soltanto contro i batteri, ma anche contro virus, funghi e parassiti (Kremer (9) e Alix (13)).
Ad oggi vengono ufficialmente riconosciute come efficaci nella cura contro i tumori solo gli antrachinoni Aloina A, Aloina B e Aloemodina (contenuti soltanto nel parenchima esterno delle foglie, e non nel gel), alcuni polisaccaridi, fra cui l’Aloe-mannano e le lecitine ATF1011 e Alexin B.
Queste sostanze si possono dividere in 2 gruppi: il primo che agisce stimolando le difese immunitarie dell’organismo, che debitamente fortificate attaccano dall’esterno le cellule cancerose e provvedono a distruggerle, e il secondo che agisce dall’interno inducendo l’apoptosi (morte per “suicidio” delle cellule cancerose). La più importante fra questo secondo gruppo di sostanze è l’Aloemodina.

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