TESI - cap. 4.05 Uso e dosi – cura del cancro

CURA DEL CANCRO

Chi ha un cancro in fase conclamata è in un brutto pasticcio, soprattutto perché si trova a dover scegliere se seguire la medicina allopatica (chirurgia, radioterapia, chemioterapia…), la medicina naturale o entrambe.
Qualunque strada si scelga di percorrere, la vitamina B 17 può aiutare.
Con la chemioterapia, la vitamina B17 potenzia l’efficacia dei farmaci diminuendo gli effetti negativi e migliorando le possibilità di successo. E’ indispensabile seguire anche una cura a base di prodotti e medicine naturali, enzimi, vitamine e sali minerali che, unitamente ad una dieta adatta, possa limitare i devastanti effetti della chemio sull’organismo e contribuire a debellare il cancro (vedi altra parte di questo studio). La stessa cosa vale per la radioterapia.
L’idea peggiore è sottoporsi alla chemioterapia o alla radioterapia e nient’altro.
Anche con la chirurgia la vitamina B17 è utile per stroncare eventuali cellule metastasiche sfuggite al bisturi o, come spesso accade, messe in movimento proprio dall’intervento stesso.

Chi sceglie invece una qualunque terapia naturale, usando anche la vitamina B17 otterrà effetti sinergetici e migliorativi. Per esempio si è ottenuto un più elevato tasso di guarigioni usando la terapia Gerson in concomitanza con la vitamina B17 che usando la terapia Gerson da sola.

In caso di cancro in atto i dosaggi di vitamina B17 da assumere devono essere molto elevati, ma i quantitativi massimi vanno raggiunti in modo progressivo. E’ inoltre indispensabile farsi seguire in questa fase da un medico esperto nell’uso del laetrile, che possa senza rischi giungere a somministrare le massime dosi possibili, controllando attraverso analisi del sangue e delle urine che non ci siano accumulazioni inopportune di acido cianidrico o di tossine derivanti dalla disgregazione delle masse tumorali, specialmente in pazienti con ridotta funzionalità epatica o renale.
La terapia si fonda su tre pilastri: 1) vitamina B17; 2) supplementi di vitamine (C – A – B), minerali (importante lo zinco, che è indispensabile per il funzionamento del laetrile, ma anche magnesio, selenio, germanio, manganese (22)), enzimi e probiotici ; 3) dieta rigorosa.
Il dr. P. E. Binzel suggerisce di non iniziare una terapia con alte dosi di vitamina B17 senza aver cambiato da almeno 2 settimane la propria dieta, adottando una dieta anti-cancro, disintossicante e con adeguati supplementi di minerali, enzimi e vitamine (io suggerirei la terapia Gerson ( 1bis) oppure la dieta messa a punto dal dr. Binzel stesso, reperibile nel suo libro riportato in bibliografia (17)). In caso di cancro diffuso infatti la troppo precoce somministrazione di alte dosi di laetrile può dar luogo a nausea e stordimento, dovuti ad un troppo elevato accumulo di sostanze di scarto provenienti dalla disgregazione delle cellule cancerose, che gli organi emuntori fanno fatica a gestire, specialmente in un organismo debilitato da una grave malattia o, peggio, da terapie chimiche o radioterapiche aggressive. E’ quindi meglio iniziare con poche (5 o 6) mandorle di albicocca e 250 mg di laetrile in pastiglie al giorno, con la raccomandazione di bere molti liquidi ( 3 litri circa al giorno, meglio se sotto forma di tisane e di succhi freschi di frutta e verdura, come suggerisce la terapia Gerson ), incrementando progressivamente le dosi fino a giungere nell’arco di 15 giorni ad assumere 30-50 mandorle di albicocca al giorno(= 20-30 grammi circa), in dosi da 3-5 mandorle per ogni ora di veglia (= 2-3 grammi circa all’ora), per un totale di 20-30 grammi al giorno, più 6-10 tavolette da 500 mg di laetrile al giorno (per un totale di 3.000/5.000 mg pro-die), in somministrazioni uniformemente distribuite durante la giornata, con l’ultima tavoletta presa prima di coricarsi. Bisogna inoltre lasciare intercorrere circa due ore fra l’assunzione delle mandorle e quella delle tavolette di laetrile.
Se si assume il dosaggio massimo di laetrile si può diminuire il numero delle mandorle, e viceversa (non occorre cioè assumere 5.000 mg di laetrile unitamente a 50 mandorle, ma si può prenderne la metà o anche meno).

Sulla dimensione delle mandorle di albicocca bisogna dire che le armelline della California sono più grandi di quelle usate dagli Hunza in Pakistan o di quelle che troviamo in Italia, per cui per avere un riferimento costante ho indicato anche il peso approssimativo in grammi, che deve essere tenuto in considerazione per stabilire il dosaggio corretto: si userà quindi un maggior numero di armelline piccole, e viceversa un minor numero di armelline grandi. Per esperienza personale vorrei aggiungere che le armelline acquistate in Uzbekistan, e quindi verosimilmente uguali a quelle utilizzate dagli Hunza, sono assai meno amare di quelle prodotte in Italia e quindi probabilmente meno ricche di vitamina B17 : bisogna quindi assumerne di più.

Questa terapia “d’urto” va continuata per 21-30 giorni, ovviamente in concomitanza alla dieta e alla somministrazione di supplementi e integratori, dopo di che si può ridurre gradualmente il dosaggio fino ad arrivare nell’arco di 3 mesi a due tavolette da 500 mg di laetrile al giorno, da continuare indefinitamente. Inoltre a chi è “guarito” dal cancro o è in fase di remissione è raccomandato di assumere anche 5-6 armelline per volta, 4 volte al giorno (a colazione, pranzo, merenda e cena), a due o più ore di distanza rispetto all’assunzione del laetrile in tavolette, che è comunque buona norma assumere prima di coricarsi.

Questa terapia è stata messa a punto dal dr. Philip E. Binzel jr., che ha presentato uno studio in cui su 180 pazienti con cancro primario (cioè delimitato in un solo sito, senza metastasi) solo il 12,7% è morto per cancro entro i successivi 18 anni.(Secondo la American Cancer Society il tasso di mortalità per cancro di pazienti con cancro primario, con diagnosi precoce e trattamento precoce con chirurgia e/o chemioterapia e/o radiazioni, è dell’85% entro 5 anni).
Inoltre su 108 pazienti con metastasi, il dr. Binzel ottenne una mortalità per cancro di soltanto il 29,6% entro i successivi 18 anni.(Secondo la American Cancer Society per la stessa tipologia di pazienti sottoposti a cure allopatiche la mortalità a 5 anni è del 99,9%). I dati si riferiscono agli anni 80-90, ma anche al giorno d’oggi, con tutto il presunto progresso medico-tecnologico messo in atto, considerando delle statistiche reali e non truccate mediante fantasiosi artifizi matematici (vedi l’importante nota *1) i tassi di sopravvivenza ottenuti tramite le cure allopatiche sono ben lontani da quelli di Binzel: studi indipendenti rilevano tassi reali di sopravvivenza effettiva (comunque considerati a soli 5 anni di distanza e non a 18 anni come ha fatto il dr. Binzel) di soltanto un deludente 2% (due-per-cento, vedi allegato 2).
Nel libro in bibliografia il dr. Binzel presenta 21 casi particolareggiati, unitamente ai dettagli della terapia nutrizionale da lui utilizzata.

Chi ha già avuto il cancro e ne è “guarito”, secondo me dovrebbe prendere in seria considerazione l’opportunità di aderire fin da subito alla terapia di mantenimento proposta da Bizel (armelline + laetrile +dieta + supplementi), o almeno iniziare ad assumere le armelline (per quello che costano e per la fatica che si fa!), seguendo il più possibile una sana dieta “anticancro” con anche relative supplementazioni e integrazioni, idea pur sempre valida, anche a prescindere dal cancro, per uno stato di benessere generale.

Secondo lo stesso Binzel è però di massima importanza essere costanti nel seguire la terapia per lungo tempo: non sono rari i casi in cui dopo un successo iniziale la malattia è ritornata, perché la terapia era stata abbandonata. Ripresa la terapia il male è nuovamente regredito.
(Ci sarebbe ovviamente molto da dire sulla genesi del cancro e sulle sue cause profonde, fisiche, ambientali, psicologiche, sociali, genetiche, energetiche e perfino karmiche. Nessuno può pensare di poter guarire in modo completo e in via definitiva con una cura che coinvolga soltanto il corpo fisico, senza un reale cambiamento che coinvolga anche altri campi! Ma questo è un altro discorso, che esula dal presente argomento, e che comunque verrà parzialmente affrontato nella parte finale di questo lavoro).

Il vantaggio della vitamina B17 è che non è tossica e può essere assunta per un tempo lunghissimo, anche per tutta la vita, senza effetti indesiderati. Le terapie allopatiche, chemioterapia in testa, sono invece molto tossiche o dannose e vanno presto sospese, lasciando campo libero al male, pena la cessazione del funzionamento dell’intero organismo (o Scilla, o Cariddi…).

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