TESI - cap. 6.01 Come minimizzare i danni

Il primo consiglio è quello di continuare pure a fumare con serenità.
Se vogliamo sperare di trovare una soluzione al problema dobbiamo avere il coraggio di affrontare la realtà ed ammettere che è giusto che esistano anche i fumatori, che il “fumo” oggi come in passato fa profondamente parte della cultura umana e che sempre così sarà anche in futuro. E se non esisterà più il tabacco, cosa alquanto improbabile, si troverà qualcosaltro di simile che possa svolgere una funzione analoga.
Quindi chi fuma continui pure a farlo senza sensi di colpa, anche perchè se lo fa certamente ha i propri buoni motivi, visto che è riuscito a resistere al bombardamento terrorizzante di avvertimenti e diffide cui è giornalmente sottoposto nei riguardi del suo “vizietto”, ed è anche stoicamente riuscito finora a sopportare gli inconvenienti che il fumo comporta (vedi in bibliografia al punto (P) un elenco interessante, anche se non esaustivo, di fastidi poco conosciuti provocati dal fumo).
Solamente che lo faccia con intelligenza, cioè minimizzando i danni, in modo da poter almeno continuare a fumare il più a lungo possibile. C’è chi è arrivato in buona salute oltre i 90 anni fumando serenamente il proprio toscano!

Per prima cosa bisogna liberarsi dai sensi di colpa (vedi Nota *1) che la società e i mass-media riversano addosso al povero fumatore, facendolo sentire come una specie di “suicida in bianco” che attenta alla propria e all’altrui vita. Niente di peggio del senso di colpa per cadere nella malattia: chi si sente in colpa finisce per odiare inconsciamente se stesso e cercare quindi, consciamente o inconsciamente, la propria auto-distruzione. E cosa c’è di meglio che cercare una dolce morte attraverso qualcosa che si ama, per esempio il tabacco?
Quindi al diavolo i sensi di colpa e continuate pure a fumare il più serenamente possibile, lasciando filtrare il concetto che se e quando voi lo vorrete veramente, quando avrete superato i vostri problemi interiori certamente troverete all’interno di voi stessi la forza di smettere, anche perché saranno venute meno le motivazioni per continuare. E se tale momento non dovesse arrivare mai, vorrà almeno dire che avrete imparato ad accettare le vostre debolezze e a convivere con esse, il che non è da tutti. L’importante è riuscire sempre a dominare la situazione, senza divenirne totalmente schiavi.
Per prima cosa quindi vogliamoci bene e cerchiamo di minimizzare i danni, fornendo al nostro veicolo corporeo i mezzi adatti per poter sopportare il maggior carico di tossine al quale inevitabilmente lo sottoponiamo continuando a fumare. L’assunzione di integratori e anti-ossidanti diviene un fatto imperativo, sia per non ammalarsi che per evitare un precoce invecchiamento dei nostri organi: pelle, polmoni e apparato circolatorio in primo luogo.
Per le donne per esempio è inutile spendere delle piccole fortune in prodotti di bellezza, che oltretutto se non sono assolutamente naturali sono pure a propria volta cancerogeni e aggiungono danno a danno ( (A), Charu Bari – “ La triste verità sui prodotti di bellezza” – Nexus Magazine N° 68), e per gli uomini è parimenti inutile farsi venire il mal di testa e rischiare l’infarto usando il Viagra, se non si eliminano dall’interno i danni che il fumo produce sia nel “terreno” che nel profondo degli organi.
Una cura con potenti antiossidanti è quindi assolutamente necessaria: in primo luogo vitamina C ad alto dosaggio, vale a dire almeno 4 o 5 grammi al giorno, in dosi da 125/250 mg uniformemente distribuite nell’arco della giornata. La cosa più pratica sarebbe forse quella di assumere un quarto di compressa ad ogni sigaretta fumata (una compressa di vitamina C presente in commercio, Cebion, Redoxon o altri prodotti generici un po’ meno cari e sostanzialmente identici, contiene in genere 500 mg di principio attivo, cioè di acido L-ascorbico. Un’ottima scelta può essere quella di acquistare 100 gr (5,90 euro) o 1 Kg (43 euro) per volta di acido ascorbico in polvere, prodotto per esempio dalla Polichimica di Bologna e venduto in farmacia senza prescrizione. Un kg dura 200 giorni. Si possono pesare 5 grammi di acido ascorbico e diluirli in un litro d’acqua da bere un po’ per volta durante la giornata. Ottima l’idea di aggiungere la vitamina C al tè verde – vedi oltre- freddo o tiepido! Si otterrà un gradevole tè acidulato “al limone”. Evitare di metterla nel tè bollente perché la vitamina C è termolabile).
La vitamina C ha una vita media nel nostro organismo di sole 2 ore, e negli umani deve essere costantemente assunta tramite l’alimentazione. Ciò non era un problema quando eravamo appena scesi dagli alberi e vivevamo a stretto contatto con la natura, perché ci alimentavamo in continuazione con vegetali ricchi di vitamina C e altri preziosi antiossidanti, ma a causa della misera (dal punto di vista nutrizionale) dieta dell’uomo moderno la vitamina C è cronicamente carente nel nostro organismo, tanto che viviamo in un costante stato di “scorbuto sub-clinico cronico”, (vedi quanto detto sull’argomento nella parte di questo lavoro dedicata all’aloe e all’ascorbato di potassio, con particolare riferimento ai lavori di Pauling e Cameron) poiché durante l’evoluzione (circa 60 milioni di anni fa (B e C)) abbiamo perso l’enzima L-gulonolactone-oxidase e con esso la capacità, comune a tutti gli altri esseri viventi (tranne i primati Anthropoidea, a noi vicini, le cavie e pochissimi altri) di sintetizzarla all’interno del nostro organismo a partire dal glucosio.
Senza un adeguato apporto di vitamina C non si può mantenere sotto controllo la continua formazione di radicali liberi (E), che oltretutto nei fumatori è particolarmente elevata (D), per cui l’organismo è sottoposto ad un incrementato rischio di cancro e ad un processo di precoce invecchiamento. Inoltre la vitamina C è in grado anche di mantenere in salute l’epitelio interno e la struttura e la consistenza dei vasi sanguigni, impedendo la formazione della placca aterosclerotica (F), che nei fumatori e nell’uomo moderno costituisce un altro forte fattore di rischio. E’ quindi importantissimo, direi di vitale importanza, che tutti noi, in special modo se fumatori, non lasciamo mai mancare la vitamina C al nostro organismo.

Un secondo “must” è l’assunzione giornaliera di carotenoidi e di beta-carotene, tramite succhi centrifugati di verdura e di carote. I carotenoidi e il beta carotene sono assai efficaci nel contrastare il cancro e in particolar modo la formazione degli epiteliomi, cioè di quei tumori (che sono la maggioranza, vale a dire circa il 90% di tutti i tumori) che colpiscono l’epitelio e le mucose, anche interne: bocca, gola, polmoni, intestino, stomaco, pelle… Dato che è notoria la maggiore esposizione dei fumatori a questo tipo di tumori, è importante che essi assumano giornalmente almeno 200 cc (ma se sono forti fumatori è meglio che arrivino a 400 cc in totale, in due riprese) di succo ricavato dalla centrifugazione di carote crude (vedi la parte di questo lavoro dedicata al beta-carotene), aggiungendo anche il succo di 2 limoni (il limone disintossica il fegato e de-acidifica l’organismo, vedi la parte di questa tesi dedicata agli agrumi) e il succo centrifugato di una mela (antiossidanti, pectine etc.: “una mela al giorno…”) e volendo anche quello di un’arancia (oltre 200 diversi componenti utili alla salute).
In tal modo i fumatori intelligenti, assumendo contemporaneamente anche la vitamina C, potranno avere la fondata speranza di non incorrere in un maggior rischio di sviluppare il cancro, compreso quello ai polmoni e alla gola che sono tipici dei fumatori “comuni”, essendo anzi più protetti di un non-fumatore che non si sottopone ad alcuna prevenzione (ovviamente se un non-fumatore seguirà la medesima prassi di protezione ne trarrà un beneficio ben maggiore).

Un terzo facile consiglio è quello di assumere 200 mcg di Selenio al giorno (vedi in questo lavoro il capitolo dedicato al selenio) e possibilmente anche 100 mg di Germanio organico (vedi), entrambi forti antiossidanti e validi protettivi nei confronti del cancro.

Per quanto riguarda la dieta è particolarmente importante che i fumatori mangino molta frutta e verdura (in special modo brassicacee, ricche di zolfo), possibilmente crude o poco cotte, e che bevano almeno 2 o 3 tazze di tè verde al giorno, scelto fra le migliori varietà (più ricche di catechine) e correttamente infuso (vedi la parte di questa tesi dedicata al tè verde).

Ricordando il “paradosso francese” citato nel capitolo sul vino (i francesi sono mediamente forti fumatori e forti mangiatori di cibi grassi e malsani, ma soffrono assai meno di patologie cardiache e di tumori degli americani perché bevono molto vino), sarà buona norma per i fumatori seguire il facile metodo di bere una moderata quantità di vino rosso (2 bicchieri al giorno per le donne, 3 per gli uomini), scegliendo preferibilmente le qualità particolarmente ricche di antocianidine e di resveratrolo (pinot nero, borgogna, bordeaux, nebiolo, nero d’Avola, dolcetto, barbera o comunque vini derivati da uve maturate con poco sole e in ambienti umidi e piuttosto ostili alla vite – vedi in questa tesi il capitolo dedicato al vino).

A titolo di curiosità ricordo che il consumo di aglio inibisce le formazioni di nitrosamine (cancerogene) causate dal fumo nei polmoni (vedi il capitolo sull’aglio), anche se mi rendo conto che nella nostra società è poco realistico consigliare un consumo regolare e massiccio di aglio…

Rimanendo su una via facilmente percorribile (per rimanere sempre coi piedi per terra e proporre rimedi poco costosi, semplici da reperire e facili da seguire, il “per aspera ad astra” lo lasciamo agli asceti, che però in genere non fumano…) è raccomandabile che almeno quattro volte all’anno, in concomitanza coi cambiamenti di stagione, i fumatori eseguano una cura disintossicante che li aiuti a liberarsi dagli eccessi di tossine. Per esempio si può eseguire un ciclo di 3 settimane col frullato d’aloe secondo la ricetta di Padre Romano Zago (vedi) in primavera e in autunno, e un altro ciclo di 3 settimane col decotto di erbe Essiac (vedi) in estate e in inverno.
In alternativa si possono assumere 750 cc di Kombucha al giorno (250 al mattino, 250 a mezzogiorno e 250 alla sera, vedi il capitolo di questa tesi dedicato al Kombucha), ottenendo ugualmente un forte effetto disintossicante. L’inconveniente del Kombucha, che per altro è un ottimo rimedio, è che bisogna prepararselo da sé e che non sempre si ha il tempo di farlo (vedi Nota *2).

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