TESI - cap. 2.04 Composizione dell’Aloe

L’aloe è ricchissima di preziosi componenti, molti dei quali certamente ancora sconosciuti.
Nella seguente tabella è riportata una parte dei componenti chimici della foglia dell’aloe.
Le proporzioni e i contenuti variano da una specie di aloe all’altra, e nella stessa specie variano in funzione del periodo dell’anno, dell’età della pianta, del terreno di crescita, del luogo e del clima.
In genere si considera l’inverno come il periodo balsamicamente più sfavorevole, anche se fa eccezione l’aloe emodina, che raggiunge un picco proprio fra dicembre ed aprile (specialmente nell’Aloe Arborescens che è anche, fra le poche specie studiate approfonditamente, quella più ricca appunto di aloe emodina) con un massimo a febbraio in concomitanza con la fioritura, ed è al contrario prodotta in quantità molto bassa fra fine marzo e dicembre (vedi grafici).
Si tratta di un’eccezione molto importante in quanto all’aloe emodina è stata riconosciuta una spiccata azione anticancro, con induzione dell’apoptosi delle cellule cancerose (vedi oltre), mentre altri componenti attivi dell’aloe svolgono un’azione anticancro attraverso meccanismi diversi, come un’azione depurativa dell’organismo e anche di liberazione da subdoli e spessissimo non diagnosticati parassiti interni (vedi gli studi effettuati da Hulda R. Clark (11 e 11 bis)), o un’azione di rafforzamento e stimolazione delle difese immunitarie, come gli antrachinoni Aloina A ( Aloctin A, Alo-A) e Aloina B (detta anche Barbaloina).

Non mi risulta che nessuno abbia mai pensato di studiare una cura utilizzando due diversi tipi di aloe per inseguire due diversi e sinergetici risultati: l’Aloe Vera ( la specie che dagli studi dell’ A.M.A. sembrerebbe più ricca di Aloina A e Aloina B) per meglio rafforzare il sistema immunitario, e l’Aloe Arborescens raccolta durante la fioritura, quando è estremamente ricca di Aloemodina, per indurre l’apoptosi delle cellule cancerose. Oppure abbia scelto di raccogliere e conservare l’aloe durante la fioritura, somministrando poi il preparato anche in altri periodi dell’anno, unitamente al frullato di foglie fresche raccolte durante il periodo balsamico, quando è più ricca di altri preziosi principi.
Non mi risulta neppure che qualcuno abbia provato a impedire la fioritura della pianta mediante l’asportazione sistematica dei germogli dei fiori: in questo caso ne dovrebbe risultare una sorta di “forzatura”, con conseguente parossistica produzione di principi attivi (altre specie infatti si comportano in tale modo. Alterando ad esempio il ciclo riproduttivo della Cannabis Indica impedendo l’impollinazione dei fiori femminili, si ottiene un forte innalzamento dei contenuti di cannabinoidi: è la famosa “sinsemilla” (“senza semi” in spagnolo), infiorescenze appunto prive di semi e assai ricche di resina, molto apprezzata dagli “intenditori” (3a)). Sconosciuto è pure il contenuto di principi attivi (verosimilmente assai elevato) all’interno dei fiori e dei gambi degli stessi. Sarebbe opportuno effettuare maggiori studi e sperimentazioni in proposito.

Probabilmente risultati difformi nell’utilizzo dell’aloe in casi di cancro anche simili fra loro sono dovuti, oltre alle innegabili diversità esistenti fra individuo e individuo e fra situazione e situazione, anche ad un uso di specie botaniche diverse e/o ad un diverso periodo di raccolta, con differenze negli effetti che si sommano ai problemi creati dai diversi livelli di principi attivi presenti anche in una singola specie botanica, in genera dovuti a fluttuazioni climatiche e diversità di terreno e di ambiente. Ulteriore variabilità è data infine dal fatto che una delle specie più utilizzate, l’Aloe Arborescens, si ibrida facilmente. In pratica ci si scontra anche qui col vecchio problema della titolazione dei principi attivi presenti nei prodotti naturali.
I diversi componenti sono anche ripartiti in modo diverso all’interno delle foglie, con assenza degli antrachinoni nel gel.
Una cura contro il cancro deve quindi imperativamente contemplare l’uso della foglia INTERA (salvo le spine e le immediate vicinanze).

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