TESI - cap. 6.14 Sostanze antitumorali diverse

Esistono altre decine, o meglio centinaia, di sostanze che svolgono un’efficace azione contro il cancro, ma non mi è evidentemente possibile trattarle tutte in modo approfondito, per problemi di spazio e anche per non appesantire troppo l’esposizione e creare confusione in chi legge. A volte troppe notizie equivalgono a nessuna notizia, perché si finisce per perdere il filo del discorso e non ricordare più nulla. Inoltre è poco utile sapere ad esempio che nell’Amazzonia profonda cresce un albero la cui corteccia è altamente efficace per la cura del cancro (come il Pau d’Arcu / Lapacho, ad esempio), se poi all’atto pratico risulta impossibile procurarselo in Italia.

Ci sono poi alcuni prodotti che sono ufficialmente considerati molto utili per la prevenzione, ma che non mi convincono completamente. Molto probabilmente su di essi non è ancora stata detta l’ultima parola e sarebbero necessari ulteriori studi di approfondimento.

Ad esempio la soia, che si è guadagnata una grande reputazione a causa del suo contenuto di isoflavoni e di fitoestrogeni, attualmente è praticamente tutta geneticamente modificata e quindi controversa da utilizzare.
Inoltre è stato appurato con certezza che i fitoestrogeni estratti dalla soia e somministrati allegramente da anni come integratori ormonali e a scopo preventivo alle donne in pre-menopausa ed in menopausa, aumentano i rischi di cancro invece di diminuirli (21). Sembra che ciò sia imputabile soltanto ai preparati farmaceutici derivati dalla soia e non alla soia (naturale) stessa, riproponendo ancora una volta il vecchio tema della superiorità e del diverso comportamento dei prodotti naturali e integrali rispetto agli estratti industrializzati e purificati commercializzati dalle case farmaceutiche. Il dubbio però rimane. Inoltre alcune fonti sconsigliano l’uso di cibi a base di soia, perchè essi riducono la capacità del corpo di assorbire alcuni minerali, fra cui calcio, magnesio, rame, ferro e zinco.
La soia inoltre è una pianta “spazzina”, in grado cioè di assorbire ogni sorta di veleno o impurità, bonificando quindi il terreno ma inquinando se stessa. In Vietnam per esempio alla fine della guerra hanno usato una leguminosa simile alla soia per bonificare i terreni inquinati dall’agente orange, un potente defoliante militare a base di diossine… Prima di consumare soia bisogna quindi essere ben certi che essa provenga da colture rigorosamente biologiche e severamente controllate e certificate come tali.

Quindi non tratto quei prodotti che non conosco bene o che mi suscitano qualche dubbio, come viceversa voglio evitare di insistere su quelli che ormai tutti conoscono e non hanno bisogno di ulteriori esposizioni, come ad esempio i broccoli e famiglia (brassicacee-crucifere) e i frutti di bosco (lamponi, more, mirtilli, ribes, fragole…), anche se sulle fragole ci sarebbe molto da ridire, visto che la Santa Ildegarda di Bingen (che finora nessuno è mai riuscito a dimostrare che si fosse sbagliata in qualcosa) ne sconsigliava assolutamente il consumo a causa delle subdole intolleranze che provocherebbero (9 bis). Anch’io del resto nutro molti dubbi su di esse, almeno da quando ho letto che per incrementarne le dimensioni e la produzione vengono coltivate in terreni leggermente radioattivi, come ad esempio quelli della conca del Fucino… In ogni caso non le mangio, perché sono convinto che la Santa Ildegarda avesse ragione e che quindi creino la loro parte di problemi, perciò non mi sento nemmeno di consigliarle ad altri, nonostante il loro contenuto di benefiche antocianidine, proantocianidine e acido ellagico (tutti potenti antitumorali). Ognuno quindi faccia indipendentemente la propria scelta, in base soprattutto al proprio organismo. Se già si soffre di intolleranze, meglio non correre rischi!

Qui di seguito riporto in ogni caso una lista di alimenti che è bene assumere il più spesso possibile, perché ricchi di specifiche sostanze antitumorali. La lista è tratta dal bel libro di Richard Béliveau e Denis Gingras – “L’alimentazione anti-cancro” (21), che consiglio senz’altro di leggere perché molto chiaro e assai ben illustrato, anche se gli autori si mantengono forse un po’ troppo ligi al pensiero medico accademico e ortodosso, perdendo a volte l’occasione di mostrarsi più critici e incisivi:

Immagine tratta da “L’alimentazione anti-cancro” (21).

La silimarina, che qui è attribuita al carciofo, è anche e soprattutto presente nel cardo mariano (Silybum Marianum), dal quale infatti deriva il proprio nome, mentre il carciofo (Cynara Scolymus) è particolarmente ricco di cynarina (21 bis). La silimarina promuove la rigenerazione delle cellule epatiche, mentre la cynarina è assai indicata per la loro disintossicazione profonda. Dato che “la battaglia del cancro si vince e si perde nel fegato” (J. C. Alix, (12)), ben si comprende perché la disintossicazione e la rigenerazione del fegato debbano essere tenute nella massima considerazione.

Cirsio Lanoso (Cirsium Eriophorum), o “Cardo Scardaccio”
Valle D’Aosta – Valsavaranche – 2005
I cardi contengono Silimarina, che rigenera le cellule epatiche.
(Foto di Giuseppe Limido)

Un altro organo estremamente importante nella “battaglia del cancro” è l’intestino.
“La morte risiede nell’intestino” sostiene Jean Claude Alix, arrivando anche ad affermare, non senza qualche ragione, che l’intestino è il più grande deposito di rifiuti e di sostanze tossiche dell’organismo, tanto che si dovrebbe asportare l’intestino da ogni cadavere ( e secondo me a maggior ragione in caso di morte per cancro o altra malattia cronico-degenerativa, specialmente se si è stati sottoposti a chemioterapia mediante sostanze altamente tossiche) e smaltirlo con mille precauzioni nei rifiuti speciali pericolosi.
La pulizia intestinale è quindi un fattore di vitale importanza, senza il quale ogni sforzo di prevenzione e risanamento rischia di essere vanificato. Prodotti come l’Essiac, l’Aloe, il Kombucha, l’Amaro Svedese della Maria Treben etc. devono molto della loro efficacia alla capacità di pulizia intestinale che dimostrano. Fra l’altro tutti questi prodotti svolgono anche una potente azione antiparassitaria a livello intestinale, suffragando quindi la teoria di Hulda Clark (10 e 11) che sostiene strenuamente il ruolo primario che rivestirebbero i parassiti intestinali nella genesi del cancro.
Il miglior metodo naturale (non “per os”) per la pulizia intestinale resta l’idrocolonterapia, che in pratica è una versione assai più efficace del comune clistere, metodo antichissimo già adottato in forma primitiva nella preistoria, migliorato dagli egizi (Papiro di Ebers, 1.500 a.C. circa), adottato da Ippocrate e da Galeno, e ultimamente “riscoperto” e modernizzato da Norman W. Walker, che ne ha aumentato l’efficacia in modo esponenziale mettendo a punto uno speciale macchinario che permette di effettuare una serie di lavaggi consecutivi e profondi di tutto l’intestino crasso e non soltanto della sua parte terminale. Le macchine moderne inoltre consentono di variare anche la temperatura dell’acqua utilizzata, da modulare secondo i casi e le fasi del trattamento, e permettono anche di aggiungere alle acque di lavaggio medicine, infusi, minerali, organismi eubiotici e perfino “vibrazioni” benefiche (tramite l’irradiazione con diverse frequenze luminose).

L’idrocolonterapia deve costituire un vero caposaldo in ogni terapia naturale che abbia come fine il benessere, la salute e la longevità. Che sia oltremodo efficace è al di là di ogni dubbio, dato che Norman W. Walker ha raggiunto i 116 anni restando in gran forma e soprattutto in piena lucidità mentale, tanto da pubblicare il suo ultimo libro a 113 anni!
Questo fatto mi richiama alla mente il caso del celebre medico svedese dr. Samst, rettore della locale facoltà di medicina e scopritore della ricetta del “Piccolo Amaro Svedese”, in Italia meglio conosciuto come “Amaro Svedese di Maria Treben”. Il dr. Samst morì all’età di 104 anni in seguito ad un incidente mentre andava a cavallo. Anche l’Amaro Svedese, come l’idrocolonterapia, permette fra l’altro una buona pulizia dell’intestino, liberandolo anche dai parassiti.

Timo in fiore e Rosmarino – Varietà selvatiche.
Il timo contiene luteolina e il rosmarino contiene acido ursolico.
Entrambi sono potenti anti-cancro.
Puglia – spiaggia presso Gallipoli – 2007
(Foto Giuseppe Limido)

Oltre che alternare periodicamente dei validi programmi di disintossicazione generale ed intestinale, in una dieta equilibrata finalizzata anche a prevenire il cancro è molto importante assumere il maggior numero di alimenti anti-tumorali possibile, non solo perché alcuni di essi agiscono in modo sinergetico (come ad esempio il tè verde e la curcuma, come riportato nella figura precedentemente esposta a pag. 178), ma anche perché lo sviluppo del cancro coinvolge molti processi differenti che agiscono su piani diversi, e nessun alimento o trattamento singolo, per quanto efficace esso sia, è in grado di intervenire da solo su tutti i piani.
Le battaglie si combattono “in cielo, in terra e in mare”, e siccome nessuna guerra è mai stata vinta mediante la supremazia in un ambiente soltanto (come il Vietnam ha tentato di insegnare ai militari USA e il cancro sta cercando di insegnare ai medici accademici, in entrambi i casi con scarsi risultati a causa della notevole pervicacia ed attaccamento ai propri errori di queste categorie professionali) più numerosi sono i fronti sui quali attacchiamo la malattia e migliori sono le possibilità di vincerla o almeno di contenerla quel tanto che basta per poter nel frattempo morire serenamente di vecchiaia.

Epilobium angustifolium
L’epilobio previene le infiammazioni e il cancro alla prostata.
Lago Devero – Agosto 2006
(Foto Giuseppe Limido)

Béliveau e Gingras riportano nella seguente tabella, che ricopio perché molto chiara anche se limitata, i principali campi d’azione dei più importanti alimenti efficaci contro il cancro, anche se gli autori, forse per semplicità di esposizione, trascurano molti importanti integratori assai utili o perfino indispensabili nella lotta ai tumori (selenio, germanio, beta-carotene, CoQ10, etc), come precedentemente esposto in questo lavoro. Senza contare che l’alimentazione è soltanto uno degli ambiti in cui bisogna combattere, esistendo altri campi ugualmente importanti…(la mancanza di armonia col proprio Sé, i conflitti e i traumi emotivi e mentali, gli squilibri nel corpo energetico e astrale, le alterazioni dei campi bioelettrici e biomagnetici, gli stati di intossicazione profonda, le alterazioni enzimatiche e del ph, le alterazioni nel ciclo degli endobionti causate dall’inquinamento del “terreno”, l’incapacità respiratoria della cellula etc, solo per citarne alcuni!)

Immagine tratta da “L’alimentazione anti-cancro” (21).

Nella prevenzione del cancro è assai importante agire con costanza, iniziando il più presto possibile, meglio già da bambini, e continuare per tutta la vita, alternando eventualmente l’uso dei vari alimenti e integratori, introducendo periodicamente anche cicli di disintossicazione profonda dell’organismo. Gingras e Bèliveau chiamano tale approccio “terapia metronomica”, dato che richiama lo scandire costante del tempo di un metronomo. Colpendo incessantemente mediante metodi e sostanze diverse ed in modo vario e ritmico le cellule cancerose che sono sfuggite all’apoptosi e all’attacco del nostro sistema immunitario, si ottengono le migliori probabilità di distruggerle o almeno di bloccarle prima che esse abbiano il tempo di mutare e adattarsi, dato che le situazioni ostili in cui vengono via via a trovarsi sono sempre diverse e la loro malsana vitalità viene attaccata su più fronti.

“Ogni volta che arriva un paziente che ha bisogno di una terapia per il cancro, si può affermare che c’è stata una mancanza di prevenzione”, sosteneva il Dr. Samuel Broder, quando era direttore del National Cancer Institute negli USA, e noi non possiamo che concordare con lui.

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