TESI - cap. 5.11 Allegati

L’articolo è tratto dal libro del dott. Giuseppe Nacci “Mille piante per guarire dal cancro senza chemio”, disponibile anche on-line al sito :

http://www.erbeofficinali.org/dati/nacci/index.php

oppure consultabile cliccando sulla seguente icona:

“Questa è la causa della miseria del nostro tempo: tutta la vostra scienza è fondata su falsità.”
Paracelso (1493 – 1541)

QUANDO LA CHEMIOTERAPIA E’ UTILE
(del dr. Giuseppe Nacci)

La Chemio-Terapia è utile soltanto nel 1,5% (uno virgola cinque per cento) dei casi secondo una commissione OMS del 1980.
Secondo una rassegna di 1.500 pubblicazioni scientifiche effettuate dal prof. Jones dell’Università della California, tale percentuale di successo sale al 2%.
Molto più ottimista l’Istituto Gerson, che giunge a stimare una percentuale di successo
(sopravvissuti a cinque anni dalla diagnosi) addirittura del 15%, con un fallimento sostanziale però dell’85% dei casi, fallimento che sale al 93% nel caso dei tumori dell’intestino, al 97% nel caso di tumore al fegato, al 99% di fallimento se tumore al pancreas (749) [Gerson C.: La Terapia Gerson. Macroedizioni,2002].

Ma secondo un recentissimo studio australiano pubblicato nel 2004 (1340) [Morgan G.: The contribution of cytotoxic chemotherapy to 5-year survival in adult malignancies, Clinical Oncol., 2004, 16, pp.: 549-560], che ha analizzato tutti gli studi clinici condotti in Australia e in America (USA), per ben 14 anni, cioè dal gennaio 1990 al gennaio 2004, è risultato invece che la Chemio-Terapia è efficace solo nel 2% dei casi.

“Molti oncologi raccomandano la chemioterapia praticamente per qualsiasi tipo di tumore, con una fiducia non scoraggiata dagli insuccessi pressoche’ costanti”
(Albert Braveman, MD, “medical Oncology in the 90s”, Lancet 1991, vol.337, p.901).  

Tabella 2b: il FALLIMENTO UFFICIALE della CHEMIO
Pubblicato nel 2004 il lavoro scientifico australiano che prende in esame dieci anni di statistiche mediche australiane e americane (gennaio 1994-gennaio 2004) sui risultati della CHEMIO nella cura del cancro.
I risultati, usciti dallo spoglio di un campione immenso e più che rappresentativo di circa 227.800 casi di tumore, sono catastrofici: in media, solo il 2% dei pazienti sottoposti alla chemio risulta essere ancora vivo dopo 5 anni dall’inizio del trattamento “terapeutico”.
L’articolo è disponibile, su richiesta, in PDF.
L’articolo è molto semplice come impostazione e, sia in tabella 1 (pp.551) che in tabella 2 (pp.552) sono riportate, in ultima colonna, queste percentuali di sopravvissuti alla CHEMIO dopo 5 anni dall’inizio del trattamento:

percentuale di sopravvissuti dello zero per cento: cancro del pancreas, cancro dell’utero, cancro della prostata, cancro della vescica, cancro del rene, Melanoma, Sarcoma e Mieloma Multiplo;

percentuale di sopravvissuti dell’1% : cancro dello stomaco e del colon;
percentuale di sopravvissuti del 2% : cancro della mammella e del polmone;
percentuale di sopravvissuti del 3-5% : cancro del retto;
percentuale di sopravvissuti del 4-5% : tumori al cervello;
percentuale di sopravvissuti del 5% : cancro dell’esofago;
percentuale di sopravvissuti del 9% : cancro dell’ovaio;
percentuale di sopravvissuti del 10% : linfoma non Hodgkin;
percentuale di sopravvissuti del 12% : cancro della cervice uterina;
percentuale di sopravvissuti del 40% : tumore del testicolo e Linfoma di Hodgkin.
Tratto da : Morgan G.: The contribution of cytotoxic chemotherapy to 5-year survival in adult malignancies, Clinical
Oncol., 2004, 16, pp.: 549-560 (Disponibile in PDF)

Davanti a simili dati, tanto eclatanti da lasciarci esterrefatti e perfino col dubbio (e anzi la speranza) che non siano veri, non si può che rileggere costernati le parole di Roberto Romiti:

“Contro un male che è in Noi, che è creato dalle nostre cellule e dai nostri tessuti; non siamo di fronte ad un agente esterno, un virus o un batterio contro cui puoi vaccinarti: il Cancro è una parte di noi stessi e non possiamo combatterlo ingerendo una bomba atomica, in quanto, in questo modo, forse lo distruggeremo, ma certamente distruggeremo anche noi stessi!”
Dott. Roberto Romiti, “Aloe, la ricetta brasiliana detta “di Padre Romano Zago”, Blu International Studio Editore,1999, pag. 68.

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